Nuova Zelanda – Penisola nord fino a Cape Reinga, Auckland: il meteo è il nostro nemico, ma i gloworms ci illuminano la via.
Giro del Mondo: 35° Tappa – Penisola Nord, Cape Reinga, Auckland
Saliscendi tra colline e dune, dal punto più estremo della Nuova Zelanda al buio illuminato delle caverne.
A marce ingranate, dalla prima alla quarta, girando sui colli neozelandesi, con un Toyota special che, crea solo problemiiiiiiiiiiiiii… Nuovo rabbocco dell’olio, pompatina alle gomme e si fa rotta verso nord. Il tragitto è ben più lungo di quanto ci aspettassimo e da Orewa alla foresta di alberi Kauri del Waitoupa National Park ci mettiamo più di 3 ore.
Naso all’insù e davanti ai nostri occhi si presentano alcuni degli alberi più alti al mondo. Non sono imponenti come le gigantesche sequoie californiane, ma sono comunque impressionanti; la dimensione del tronco varia da albero ad albero, ma in alcuni casi la circonferenza è di ben 16 metri. Ci vorrebbero almeno 10 persone per stringerlo in un abbraccio.
Continuiamo la risalita lungo la costa e le colline da verdi si fanno gialle; giallo sabbia per la precisione! Raramente avevo visto dune così alte e ancora più raramente le ho viste finire in mare. Sembra di vedere una spiaggia in collina, con al posto del “coccobello” i noleggiatori di tavole da sandboard per lanciarvisi a gran velocità.
E’ quasi il crepuscolo e ci fermiamo in un paesino dove sono presenti delle fonti termali per via della presenza di zolfo nel terreno. Ci vado con Andrea e dopo qualche titubanza per via dell’odore che sono certo prenderanno i miei vestiti ci immergiamo. Le “terme” sono molto spartane (infatti l’ingresso è di soli 4 dollari) e ci sono una decina di vasche ricavate nel terreno, ognuna con temperatura dell’acqua differente e con proprietà termali diverse. Dopo un’oretta usciamo, doccia fredda senza shampoo e ci spostiamo di una sessantina di chilometri verso nord per dormire in auto in un prato non molto attrezzato. Ci piace la natura. Al mattino in auto c’è un’aria talmente densa di zolfo che si potrebbe tagliare con un coltello.
Difficile risveglio alle 6 del mattino e con un occhio chiuso ed uno aperto ci spostiamo a Kaitaia da dove partirà il tour della Harrisons che ha prenotato Andrea. Bagni pubblici con doccia e siamo pronti per la giornata. Non è la prima area pubblica che troviamo in Nuova Zelanda così ben attrezzata, al centro della città, pulita regolarmente tutti i giorni, gratuita e con nessun segno di atti vandalici. Impossibile dalle nostre parti.
Saliamo sul pullman 4×4 e in pochissimo tempo siamo sulla 90 mile beach; una lunghissima spiaggia percorribile in auto come già avevamo trovato a Fraser Island, in Australia. All’ingresso vi sono le solite avvertenze di prendere tutte le precauzioni possibili prima di mettersi alla guida e, infatti, dopo pochi chilometri troviamo un ragazzo bloccato nella sabbia più fine.
Il vento è forte e costante e sposta la sabbia con facilità, creando dei “serpentelli” che fluttuano in aria. Strano effetto! La nostra guida prosegue con qualche derapata saltuaria e si ferma poi davanti ad una duna molto alta. Scarichiamo le tavole da sandboard e iniziamo la faticosa salita verso la vetta per poi gettarci a gran velocità. Ci entra sabbia fino alle mutande, ma il divertimento è assicurato.
Sosta in una baia della costa nord per il pranzo e, appena addentato l’ultimo panino, inizia a piovere. Il forte vento e la scarsa visibilità non esaltano il bellissimo panorama che potremmo osservare dal faro. Si scorgono in lontananza nella nebbia alcune dune di sabbia imponenti e, più vicino, lo strano effetto di due mari che si incontrano. Il mar di Tasmania e l’Oceano pacifico diventano tutt’uno e le due correnti contrarie creano dei moti ondosi in mezzo al mare.
Il tour prosegue sulla costa est, dove ci fermiamo a mangiare “il gelato più grande della Nuova Zelanda” e successivamente in alcuni altri punti panoramici; il meteo non ci è però favorevole e all’ultima spiaggia non scendiamo neanche dal bus. Il giro si conclude ed in auto arriviamo a Bay of Islands; l’area sembra essere molto carina, ma ci vorrebbe un giro in barca per renderle giustizia. E’ tardi e pioviggina, quindi rimandiamo al prossimo viaggio.
Per la sera optiamo nuovamente per AirBnb, ma non riceviamo conferma definitiva da parte della nostra host; quindi arriviamo nel paesino indicato dalla mappa e cerchiamo di riconoscere la casa dall’esterno guardando le foto sul sito internet. Dopo diversi tentativi riusciamo a trovarla e ci accoglie una loquace signora con 2 cani, 6 gatti ed una decina di cavalli (quest’ultimi non in casa fortunatamente). Cecco ed io riusciamo a dileguarci saggiamente, mentre Andrea viene intrattenuta da un’ora di chiacchiere ininterrotte.
Inizia la lunga discesa verso Auckland; ci fermiamo in alcuni punti per fare due passi sulla costa, ma niente di eccessivamente entusiasmante. Su Maps.me troviamo però l’indicazione di alcune Glowworms Caves gratuite a Waipu. Alcuni chilometri di sterrato ed arriviamo all’ingresso sotto un diluvio universale. Temporeggiamo per quanto possiamo, ma alla fine decidiamo di entrare. Fortunatamente l’ingresso è a poche decine di metri dal parcheggio.
La mia scelta di andare in infradito si rivela vincente perché dobbiamo percorrere alcuni tratti del fiume entrandoci, Andrea e Cecco tornano all’ingresso e lasciano lì le scarpe per camminare a piedi nudi. Addentrandoci nell’oscurità alziamo gli occhi alla volta della caverna e vediamo migliaia di puntini illuminati di blu. Sembra di vedere il cielo stellato ed invece sono questi fantomatici Glowworms; sembrano essere delle lucciole, ma sono attaccati a penzoloni al soffitto. Un’altra delle sorprese della natura!
Serata ad Auckland dove dopo un giretto per le vie del centro ci fermiamo ad assistere al torneo di Beer Pong nel pub sotto il nostro ostello. Vince una coppia di ragazze con il sostegno di tutto il pubblico. Come se non avessero bevuto abbastanza, giro di birra offerto dai gestori.
Andrea deve prendere il bus che la porterà da un altro “travelmate” che l’aspetta sulla penisola del Coromandel e quindi tocca levataccia; alle 7.30 la saluto alla stazione dei bus e vago per la periferia della città in cerca di un parcheggio gratuito per qualche ora. Lo trovo, ma ovviamente è pieno; provo ad aspettare un’oretta, inondando di messaggi vocali gli amici vari su whatsapp, ma nulla da fare. Lascio quindi l’auto al porto e raggiungo Cecco in ostello.
Giro in centro ad Auckland (zona università, Sky Tower e porto), ma decisamente nulla di imperdibile. Me l’avevano sconsigliata come città ed effettivamente non c’è tantissimo. Con i tempi tirati come al solito (per via del traffico in uscita), riconsegniamo l’auto noleggiata e corriamo in aeroporto presentandoci al check-in per ultimi. Non è mai bello trovare la scritta “check-in closing”, ma anche questa volta ce l’abbiamo fatta e si vola verso la Polinesia.
Tappa precedente: Sud di Auckland e Coromandel
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Il nostro itinerario sintetico
Giorno giro del mondo |
Data | Attività | Voto | Pernottamento |
152 | 06/03/17 | In auto verso la Penisola Nord | – | Kaitaia: Free camp |
Waitoupa Kauri Forest | 7 | |||
Waiariki Hot Pools | 6,5 | |||
153 | 07/03/17 | 90 Mile Beach | 8 | Hikurangi, AirBnB |
Cape Reinga | 8,5 | |||
Bay of Islands (non ci siamo fermati molto.. pioveva. Sarebbe da farci un tour in barca) | 7 | |||
154 | 08/03/17 | Matapouri e costa es | 7 | Auckland |
Waipu Glowworm Cave | 8,5 | |||
155 | 09/03/17 | Auckland City Center | 6,5 | Tahiti |
Auckland => Tahiti (aereo, Air Tahiti, partenza 17.10 atterraggio 23.10 del giorno precedente) | – |
Galleria foto completa:
Autore: Ste
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