Messico – Chichen Itza, Rio Lagartos, Las Coloradas: Meraviglie e colori
Giro del Mondo: 81° Tappa – Chichen Itza, Rio Lagartos, Las Coloradas
Con Chichén Itzà completo il tour delle 7 Meraviglie del Mondo moderno. Forse non le rovine Maya più belle, ma sicuramente le più famose. Non manchiamo la tappa ad un Cenote ed alla laguna colorata.
Sveglia di buonora e ci avviamo verso le rovine Maya di Chichen Itza, probabilmente il sito più famoso anche perché ampiamente restaurato e ben conservato. Gli mancano molti dei monili che erano presenti nei dintorni, in quanto alcuni stranieri che hanno scoperto questa località hanno pensato bene di rivenderli come reperti archeologici già nel secolo scorso.
Superati i numerosi negozi di souvenir all’ingresso e scavalcati i numerosissimi turisti che stanno visitando l’area con tour giornalieri da Cancun, Playa del Carmen ed altre località messicane, riusciamo a metterci all’ombra di un albero per sentire la spiegazione da parte della guida che abbiamo ingaggiato per la giornata.
In mezzo alla radura, è impossibile non notare la piramide che svetta verso il cielo con le decorazioni che contraddistinguono le ampie scalinate. Vi sono numerosi riferimenti numerici sia nel numero di gradini, che nella struttura stessa. Purtroppo non ricordo i dettagli, ma saranno sicuramente consultabili su Wikipedia.
Giriamo poi intorno alla piramide, che è stata costruita al di sopra di una piramide più piccola, costruita a sua volta sopra ad un Cenote; un immenso “buco” nel terreno, formatosi per via della presenza di falde acquifere nel sottosuolo e di costanti piogge nella relativa stagione. Un lato è più “spoglio”, perché non è stato restaurato nei minimi dettagli come gli altri.
Ci colpisce il fatto che non sia possibile salirvi sopra per non rovinarla. Un peccato, ma allo stesso tempo una fortuna; data la mole di turisti presente, sicuramente il continuo calpestio avrebbe effettivamente compromesso la struttura ed inoltre sarebbe stato assolutamente impossibile fare una foto senza avere nessuno all’interno di essa.
Ci prendiamo tutto il nostro tempo per portarci a casa qualche foto ricordo e per fare le ultime (auto) interviste “ufficiali” per i nostri social (Facebook, Instagram ed il blog) e per CiaoComo, sito web di riferimento per l’informazione a Como con cui abbiamo già collaborato in passato.
Tra vita social e Giulia che pensa bene di lasciare il telefono a Giovanni dimenticandosene e credendo di averlo perso, l’ora si fa un po’ tarda. Ci fermiamo al primo ristorante che troviamo sulla strada e dopo aver contrattato un prezzo consono per il buffet, ci concediamo un buon pranzo prima di andare a visitare un Cenote.
Qualche attimo di panico perché l’auto di Gio non parte, ma ci facciamo prestare i cavi per collegare le batterie e prontamente riparte. Prima mancia per l’assistenza stradale. Poi, nonostante la nostra opposizione al ragazzo che si offre di accompagnarci per indicarci la strada (il Cenote Ik Kil si trova a pochi km da Chichén Itzà ed è indicato benissimo), questo salta in sella alla sua moto e ci porta fino al parcheggio. Diamo anche a lui una piccola mancia per sbarazzarcene.
Arriviamo quindi al Cenote, questo buco tondo nel terreno, dove ci si può fare il bagno. Purtroppo non ha nulla a che fare con le foto che si vedono su Google; essendo il più vicino al sito Maya, è pieno di turisti con tanto di giubbotto di salvataggio. La magia è completamente persa, tanto che alcuni di noi non fanno neanche il bagno.
Gli altri, invece, dopo essersi cambiati negli spogliatoi, si buttano dai trampolini artificiali per un tuffo rinfrescante, facendo attenzione a schivare tutti gli altri bagnanti. In breve, il Cenote Ik Kil è stato per noi una delusione, troppo turistico ed affollato. In Yucatan ce ne sono sicuramente molti altri che vale la pena visitare.
In serata arriviamo poi a Rio Lagartos, dove ci facciamo consigliare un buon ristorante a base di pesce. Ce ne sono diversi sul lungomare e tutti sembrano offrire la stessa qualità, anche perché i pescatori arrivano direttamente dal mare con il pesce freschissimo.
Prendiamo poi accordi direttamente in hotel per farci portare a vedere i fenicotteri l’indomani. Siamo un bel gruppetto, in 8, quindi non abbiamo problemi a concordare un buon prezzo per avere la nostra barca privata.
La giornata inizia molto presto. Quando iniziamo a solcare il mare con la nostra barchetta, il sole spunta appena dalla linea dell’orizzonte ed anche la natura si risveglia lentamente. Compiamo una lunga traversata in mezzo all’intricata vegetazione che si distende lungo la costa.
Intorno a noi si vedono saltuariamente imbarcazioni di pescatori o di turisti che vengono trasportati presso le lagune formatesi lungo la costiera caraibica. Il mare è abbastanza caldo per via della corrente del Golfo e le spiagge bianche spuntano di tanto in tanto tra i cespugli.
Sbarchiamo a piedi nudi su una piattaforma di fango che sprofonda sempre di più quando iniziamo ad inoltrarci. Il barcaiolo ci conduce lungo la via che pare più sicura ed aggirando alcune pozze raggiungiamo una strada sterrata che costeggia una laguna, resa leggermente rosa dal colore dei molluschi che la popolano.
Vi sono anche alcuni gruppetti di fenicotteri che con molta flemma si allontanano dal sentiero al nostro arrivo, senza però distrarsi eccessivamente dalla loro ricerca di cibo. Pochi sono infatti quelli che si alzano in volo, preferendo piuttosto incamminarsi placidamente verso il centro della laguna.
Lasciamo i fenicotteri e torniamo verso riva, dove la nostra guida estrae del fango con proprietà salutari e ci suggerisce di spalmarcelo addosso per farlo poi seccare al sole. Con un lavoro molto certosino, alcuni di noi diventano delle statue umane ricoprendosi dalla testa ai piedi.
Ultima tappa è una spiaggetta riservata, che raggiungiamo dopo qualche decina di minuti sulla barca con il fango che si è seccato addosso. Pronti per lo scrub, ci immergiamo poi nell’acqua azzurrissima per pulirsi prima di tornare a Rio Lagartos.
Dopo una doccia in albergo, ci rimettiamo in auto trasferendoci alle lagune di Las Coloradas. Come si può facilmente intendere dal nome, l’acqua di questi laghetti non è il “banale” azzurro, ma un rosa intensissimo dovuto alla presenza al suo interno di plancton rosso e di artemie, piccoli crostacei color rosso. Inoltre, in questo paese vi sono alcune industrie che si occupano dell’estrazione del sale ed in lontananza si scorgono montagne bianche alte fino a 15 metri.
Esterrefatti da questo fenomeno, ci rimettiamo in auto e pensiamo bene di avventurarci lungo la costa con l’auto, invece che riprendere le strade interne. Come risultato percorriamo un’oretta e mezza di strada sterrata (non impegnativa) prima di ritrovare l’asfalto e poterci dirigere spediti verso Playa del Carmen.
Tappa precedente: Palenque, Calakmul
Tappa successiva: Playa del Carmen, Tulum, Akumal
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Il nostro itinerario sintetico
Giorno giro del mondo |
Data | Attività | Voto | Pernottamento |
315 | 15/08/17 | Calakmul => Valladolid (auto, partenza 15.30, arrivo 22.00 con Cena) | – | Valladolid |
316 | 16/08/17 | Sito archeologico di Chichen Itza | 8,5 | Rio Lagartos |
Cenote Ik Kil | 6,5 | |||
Chichen Itza => Rio Lagartos (auto, partenza 18.00, arrivo 20.00) | – | |||
317 | 17/08/17 | Tour in barca Rio Lagartos | 7 | Playa del Carmen |
Laguna Las Coloradas | 8 | |||
Las Coloradas => Playa del Carmen (auto, partenza 15.00, arrivo 19.00) | – |
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Autore: Ste